Su Nuraxi

Storia di Barumini

Su Nuraxi
Su Nuraxi

Sarà spesso capitato di chiedersi: “Barumini è sempre stato il nome originario del paese?“. La risposta è affermativa, numerosi studi lo hanno dimostrato.
La radice “bar” del toponimo è una radice di lingua dei sardi significante “cavità”, “avvallamento”, poiché la maggior parte del sito si estende in basso.
Barumini può significare “bassura”, un fonema in composizione col suffisso “ùmini” affine a Ladùmini in agro di Serri, che significa luogo spazioso, e Cugùmine di Noragugùmine (cacumen, cucuzzolo).
Il paese, abitato fin dal Neolitico ha vissuto un susseguirsi di epoche: Punica, Nuragica e Romana, come dimostrano i siti archeologici in cui é stata ritrovata la cultura materiale di queste epoche. All’età Neolitica appartengono i ritrovamenti di numerosi resti di Ossidiana, denominata “oro nero”, che veniva utilizzata per fabbricare armi, coltelli o utensili.
Il Monte Arci era ricco di questo materiale, il quale veniva esportato anche nella Francia meridionale.
Il maggior numero di ritrovamenti archeologici risale alla civiltà nuragica che inizia con l’età del Bronzo antico sino all’ età del Ferro. Nel paese sono presenti ben 27 nuraghi di forma semplice o complessa in pietra basaltica. Tra i più importanti e noti ricordiamo Su Nuraxi e Su Nuraxi ‘e Cresia, situato nei pressi della Chiesa Parrocchiale, sul quale alla fine del ‘500 venne costruito il palazzo Baronale dei Marchesi Zapata.
La maggior parte dei nuraghi “minori” sono molto rovinati: di essi rimangono solo tratti delle fondamenta murarie. Per il momento l’unico nuraghe sul quale é stato possibile effettuare attenti studi e riportare alla luce gran parte della struttura é il Complesso di Su Nuraxi, presente lungo la strada provinciale per Tuili.

Attualmente il nucleo urbano si presenta compatto: sono presenti abitazioni di tipo tradizionale a corte chiusa su due piani. Di particolare importanza sono i numerosi portali ad arco presenti in tutto il territorio, esempio mirabile di uno stile che si è propagato fino ai giorni nostri.

Dal punto di vista architettonico, danno un tocco di austerità il Palazzo dei Marchesi Zapata, la Cupola e il Campanile della Parrocchiale, che dominano sul Paese. il Il Convento dei Cappuccini che fu edificato a partire dal 1609 dove scelsero un luogo a margine del paese, con bella vista, presso una chiesa minore dedicata a San Teodoro. è con il favore e il concorso finanziario di Don Francesco Zapata. E’ un’ opera di rara bellezza architettonica nonché di importanza culturale e religiosa del paese. Nei pressi dei due edifici adiacenti, circa tremila e cinquecento anni fa nacque il primo nucleo abitativo del paese. Un luogo in alto, ben esposto, con lo scopo di configurare i due centri di potere: quello sacro con l’imponente Parrocchiale, e quello laico della baronia con il Palazzo Zapata.


Pubblicato

in

,

da

Tag: