Lilly, amputata una zampetta

Ma la cagnolina trovata sepolta viva dopo l’intervento adesso sta bene

La meticcia sta commuovendo l’intera Sardegna: da tutta l’Isola mangime e coperte

Purtroppo era nell’aria. Lilly, la cagnetta sepolta viva sotto le pietre nelle campagne fra Barumini e Las Plassas, ha perso una zampetta. Al povero animale è stato amputato un arto anteriore, seriamente compromesso dai grossi massi che lo hanno schiacciato per almeno tre giorni in quella che per fortuna non è diventata la sua tomba. Ma Lilly sta bene. «È tornata a Barumini ieri mattina dopo essere stata sottoposta al delicato intervento chirurgico nella clinica Karel di Monserrato», ha detto Stefania Garau, la veterinaria che si sta prendendo cura della cagnetta assieme a Federica Pittau di Barumini e tanti altri ragazzi del paese. L’operazione è durata circa due ore nella struttura sanitaria dove la settimana scorsa sempre Lilly era stata operata ad un occhio, che aveva riportato delle lesioni. A starle vicino a Cagliari Enrico Cadoni, che da subito si è reso disponibile per raccogliere coperte e viveri per la cagna, salvata da due ragazzi di Barumini, Stefano e Manolo Sergi. E proprio a Barumini continuano ad arrivare pacchi di viveri. Il punto di raccolta rimane il Bar centrale. «Qualcuno li ha spediti anche nel mio ambulatorio di Tuili», ha detto la veterinaria, «ringraziamo davvero tutti per la grande sensibilità. E rassicuriamo tutti che Lilly, nonostante l’intervento chirurgico, sta bene. È in fase di ripresa e ieri era bella vispa. Ha solo più tre zampette, ma tanta voglia di vivere». Presto la cagnetta troverà una nuova famiglia. «Stiamo valutando in questi giorni diverse proposte d’adozione», ha detto Garau, «ma preferiamo prima che l’animale si riprenda dall’intervento. E faccia la sua convalescenza in un luogo diventato adesso per lei familiare». Una storia che ha commosso davvero tutta la Sardegna. Una storia di violenza gratuita. E la violenza è sempre da condannare, che sia rivolta ad un uomo ma anche ad un animale.

Fonte : Unione Sarda: 15 marzo 2013


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